Il parco culturale di San Giovanni sorge tra i padiglioni ristrutturati e abbandonati del vecchio manicomio. Tra le facoltà dell’Università di Trieste e il Dipartimento di Salute Mentale, si nascondono paesaggi artistici e imprese di cooperazione sociale.

Il giardino di San Giovanni, curato dalla Cooperativa Agricola Monte San Pantaleone, ospita uno dei roseti più importanti d’Europa con cinquemila differenti rose, segni concreti della meraviglia che mantiene viva la memoria terribile della violenza istituzionale. Nel vecchio padiglione dei “tranquilli”, la cooperativa Lister ha inventato una sartoria sociale: spazio di riciclo e rivalorizzazione dove ombrelli rotti e vecchi tessuti trovano altre forme di espressione. Rituale della deistituzionalizzazione per ridare dignità a oggetti e soggetti dimenticati.

Il parco è un simbolo, di cura e diversità, e allo stesso tempo un luogo materiale di benessere. Un benessere affermato ogni giorno, tenendo insieme culture e generazioni della città, in quello che fu una volta il manicomio, e per rinnovare il tentativo comune di trasformare il reale.