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il realismo magico di marco cavallo
nel gennaio del 1973 Vittorio Basaglia e Giuliano Scabia arrivano al manicomio di Trieste per costruire uno spazio di produzione artistica. Ha inizio un laboratorio che durerà due mesi intrecciando teatro, disegno, pittura, scrittura per poi arrivare alla costruzione di una scultura teatrale collettiva. Marco Cavallo è alto quattro metri, è azzurro e porta con sè i desideri degli internati. Questo laboratorio è però anche luogo di conflitto, perché questa affermazione per la dignità delle persone coinvolga anche le lotte sindacali degli infermieri. È grande festa quando, alla fine della sua costruzione, Marco distrugge le reti del manicomio e sfila in città. Il fotografo Fabio Battellini documenta questi momenti di vertiginoso cambiamento.
le parole sui muri del parco di san giovanni
I muri dell’Ospedale Psichiatrico Provinciale si trasformano nei primi anni ’70 in spazio pubblico. Non più nascosti dietro le porte chiuse, i muri si riempiono di scritte, manifesti, immagini e suggestioni. Dal giornale a muro del Collettivo d’Arte Arcobaleno, alle serigrafie attacchinate, alle scritte murali di Ugo Guarino, poi sovrapposte polemicamente dal collettivo antipsichiatrico Marge. I muri gridano, i muri raccontano, ma soprattutto i muri diventano luogo di conversazione di uno spazio pubblico aperto. Immagini tra gli altri di Gian Butturini. Opere di Ugo Guarino, Collettivo Arcobaleno, Gruppo Marge.
reti, assemblee e incontri della critica istituzionale
Nel 1977, Trieste ospita il “Réseau International d’Alternative à la Psychiatrie”, l’incontro europeo e mondiale del movimento di critica radicale alla psichiatria. Il tema al centro della discussione è “Il circuito del controllo”. Dagli anti-psichiatri inglesi alla psicoterapia istituzionale francese, dai gruppi militanti di movimento ai tecnici di mezzo mondo, è ancora una volta nelle fotografie scattate da Gian Butturini e Claudio Ernè che possiamo raccontare come San Giovanni accoglie tende e tendoni; i padiglioni diventano luogo di permanenti riunioni che si intrecciano in modo, a volte anche conflittuale, con il movimento del Settantasette.
le porte aperte, una sperimentazione quotidiana
la legge 180, conosciuta anche come Legge Basaglia, è passata nel 1978 e ha sancito la chiusura degli ospedali psichiatrici di tutta Italia. Già dal 1975 a Trieste iniziano a nascere i primi Centri di Salute Mentale (CSM) come prova tangibile della possibilità di trattare in maniera differente il disagio mentale: assemblee di reparto, gite, abitare assistito che permette lo svuotamento e la successiva chiusura dei reparti manicomiali. Queste immagini, scattate da Gian Butturini e Fabio Battellini, aiutano a comprendere il significato dello slogan “la libertà è terapeutica” e testimoniano il processo di deistituzionalizzazione come pratica da rinnovare ogni giorno.